#ilbasketlivorneselive: TUTTE LE NOVITA' DELLA PALLACANESTRO LIVORNESE SU TWITTER IN TEMPO REALE -- WWW.ILBASKETLIVORNESE.IT -- IL NOSTRO SITO SU TWITTER; IL NOSTRO SITO SU FACEBOOK

martedì 15 giugno 2010

L'EX ARBITRO ZEPPILLI ED IL CANESTRO DI FORTI

Oggi postiamo un'intervista fatta dal giornalista Renzo Marmugi all'ex arbitro Zeppilli (il famoso arbitro della finale scudetto tra Enichem Livorno e Philips Milano del 25 maggio 1989) datata 14 gennaio 2010 e pubblicata sulle pagine della "Repubblica" nella cronaca di Bologna.

"«Il canestro di Forti non era buono»
Accadono cose che sono come domande, passa un minuto oppure anni poi la vita ti risponde, dice Alessandro Baricco. E dopo oltre vent'anni da quel 27 maggio 1989 viene la voglia di riascoltare la voce di Pasquale Zeppilli, insieme a Francesco Grotti arbitro di quell'incredibile gara-5 della finale scudetto tra Enichem e Philips.
Accadono cose che sono come domande, passa un minuto oppure anni poi la vita ti risponde, dice Alessandro Baricco. E dopo oltre vent'anni da quel 27 maggio 1989 viene la voglia di riascoltare la voce di Pasquale Zeppilli, insieme a Francesco Grotti arbitro di quell'incredibile gara-5 della finale scudetto tra Enichem e Philips. Fu lui, il fischietto di Roseto degli Abruzzi, ad annullare il canestro di Forti a fil di sirena assegnando il 24º scudetto a Milano anziché il primo a Livorno.
Signor Zeppilli, come sta?
«Tutto bene, grazie. Ho 63 anni, sono un bancario in pensione e da inizio anni Novanta il mio cognome è stato corretto in Zeppillo».
Decisione volontaria?
«No, è stato l'ufficio anagrafe del Comune. Mio fratello è andato a ricercare un estratto di nascita, documento che serviva ai suoi figli, e così ha scoperto che sul foglio originale c'era stato un errore di trascrizione. Gli scrivani di allora usavano pennino e calamaio, quello di Roseto fece una 'i' arrotata al punto da sembrare una 'o' e così il cognome di tutta la famiglia è stato corretto. Pensi che mio padre aveva un negozio: ho ancora la targa "Barberia Vincenzo Zeppilli" e tante medaglie di concorsi che aveva vinto. Nemmeno lui ha saputo di chiamarsi Zeppillo».
Ha mai ripensato a quel sabato 27 maggio 1989?
«Un milione di volte, e oggi più che mai cresce dentro di me il rammarico di non aver avuto l'aiuto di un supporto tecnologico come l'instant replay, oggi comunissimo sui campi di basket durante le finali. Quando vedo i coach chiedere il ricorso alle immagini tv per una semplice rimessa laterale mi viene una rabbia...Se quel giorno noi arbitri avessimo potuto usare la moviola non sarebbe nato tutto quell'astio fra la sponda Libertas e Pasquale Zeppilli».
In che senso?
«Io adoro Livorno, è una città dove ho arbitrato insieme al compianto Domenico Belisari anche tanti derby, quelli del +36 per la PL in serie B e del +26 per la Libertas in A1, per esempio. E sempre senza problemi. In quel palasport ci entravo volentieri. Ancora oggi mi dispiace non aver potuto dimostrare con l'ausilio della tecnologia che quella decisione presa era valida. L'unico disguido fu il fatto che King, americano della Philips, aveva commesso il quinto fallo a 3' dal termine, ma per gli addetti al tavolo invece erano quattro. Capisco i tifosi Libertas, però anche vent'anni dopo ho la consapevolezza di aver fatto la cosa giusta. Anche la "Domenica Sportiva" dimostrò che per qualche "frame" il canestro di Forti era arrivato dopo la sirena...».
Provi a rivedere l'azione incriminata.
«Alexis prende il rimbalzo su tiro di Premier e serve Fantozzi a metà campo. Il play deve fare un palleggio, poi passa a Forti sotto canestro. L'azione di Andrea è stata molto rapida, ma io ero a metà campo a due metri dal tavolo. Ho alzato gli occhi e sul display c'era già scritto zero zero. Contemporaneamente è partita la sirena, e io l'ho sentita benissimo. Grotti, l'arbitro di testa, aveva dato canestro più fallo di Meneghin, ma non toccava a lui guardare il cronometro. Spettava a me, l'arbitro di coda. E con le braccia ho fatto subito il gesto "non buono". Il pubblico in quel frastuono infernale avverte la sirena dopo qualche frazione di secondo, invece io a metà campo il suono l'ho udito benissimo. Sono stati l'invasione dei tifosi e, più tardi, la correzione del punteggio sul tabellone del palasport a far scatenare il casino. Io ero scappato nello spogliatoio già convinto dell'accaduto. Infatti sul referto di gara non c'è traccia dell'ultimo canestro di Forti».
E' vero che la cronometrista, moglie dell'ex arbitro Pironi di Ravenna, disse che secondo lei il canestro era arrivato in tempo valido?
«Assolutamente no. E poi l'arbitro deve chiedere ausilio agli addetti al tavolo soltanto se è nel dubbio. Io ero sicuro di aver deciso bene».
Come fa ad esserne così certo?
«Arrivammo a Livorno alla vigilia di gara-5, ero alla mia prima finale scudetto e così io e Grotti fummo accompagnati da Luigi Giordano, presidente degli arbitri. Lui rimase con noi due giorni, per farci stare più tranquilli e per evitarci contatti col mondo esterno. Dopo la partita, in macchina mentre tornavamo a casa, mi disse: "Pasquale, ho rivisto alcune volte l'ultima azione alla moviola e probabilmente hai ragione". Io avevo deciso in buonafede, quelle parole mi confortarono ancora di più».
Ne ha mai riparlato con qualche livornese?
«Alcuni anni dopo rividi Alberto Bucci a Rimini, a pranzo da un comune amico. Lui mi disse "l'unico rimorso è che non sono riuscito a metterti nel dubbio. Dopo la sirena mi hanno travolto le persone che avevo intorno, purtroppo non ce l'ho fatta a raggiungerti prima della tua fuga nello spogliatoio...". Dove fra l'altro io arrivai accompagnato da due colossi del servizio d'ordine. Uno aveva un orologio da sub, e per proteggermi mi fece anche una ferita al polso. Grotti invece arrivò dopo tre-quattro minuti».
Ha ripreso i rapporti con Livorno?
«Sì, tornai ad arbitrare la Libertas un anno e mezzo dopo (il 23 dicembre 1990), grazie all'interessamento del compianto Piero Costa, all'epoca general manager della società. Vinse la Libertas 101-100 con canestro di Forti a 5" dalla sirena. E menomale che un tiro del napoletano Woods allo scadere girò sul ferro e uscì, altrimenti sarebbe ripartito il tormentone Zeppilli...».
Cosa fa oggi Pasquale Zeppilli, anzi Zeppillo?
«Dopo alcuni anni da commissario degli arbitri in serie A sono stato capo designatore della B1 (oggi A dilettanti), quindi team manager al Basket Roseto per alcuni mesi e di nuovo dirigente responsabile quando la squadra della mia città era in B2. Nel frattempo l'amico ed ex arbitro Guglielmo Petrosino mi aveva contattato per diventare ispettore antidoping della Federcalcio, e da nove anni svolgo questo compito. Negli stadi dalla serie A alla Prima Divisione. Invecchiato, ma in pace con la coscienza»." (tratto dalla "Repubblica" di Bologna)

Nessun commento: