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mercoledì 29 luglio 2009

QUALCUNO SI RICORDA DI RUDY HACKETT???


Qualcuno si ricorda del grande Rudy Hackett? I tifosi della Libertas Livorno sicuramente.
Rudy Hackett (nelle foto con la maglia della gloriosa società livornese) è stato per una stagione la spalla di quel grandissimo Abdul Jeelani nel campionato 1981/82.
Adesso il figlio di Rudy Hackett, Daniel, nato in Italia ma cresciuto cestisticamente nel campionato universitario americano (NCAA), dopo aver messo da parte per il momento le sue ambizioni di giocare tra i professionisti americani (NBA), quest'anno indosserà la maglia della Benetton Treviso disputando il suo primo campionato italiano.
La curiosità su come giocare nel massimo campionato nazionale c'è tutta e, nonostante che Livorno non sia presente più nel panorama cestistico che conta, noi cerchermo si seguirlo per vedere come si comporta il figlio di un grandissimo giocatore che ha vestito la maglia di una squadra livornese.


mercoledì 22 luglio 2009

ADESSO RIPARTIAMO DA ZERO

Appena archiviata la breve avventura del Basket Livorno nel cassetto dei ricordi, la pallacanestro livornese si interroga immediatamente su quale futuro avrà il movimento cestistico labronico. La pallacanestro femminile è ai massimi livelli dopo oltre 50 anni con una società, la Women Basketball Livorno, che ha disputato il massimo campionato rosa (la serie A1 femminile) ed ha appena rinforzato il proprio organigramma con l'ingaggio di importanti giocatorici.
Il problema è nella pallacanestro maschile che deve ripartire, per la seconda volta nella propria storia, dalle serie minori. La prima squadra che è rimasta a rappresentare gli uomini labronici è la Libertas Liburnia Livorno che quest'anno si troverà a disputare la seconda stagione consecutiva in serie C dilettanti.
Ma il movimento è in continuo fermento e può vantare oltre alla Libertas in serie C dil. anche cinque squadre nella serie D regionale e molte altre splamate nelle restanti serie minori.
La brace c'è ma manca quella fiammella per far riaccendere la passione a tutti gli sportivi livornesi. E' difficile, questo lo sappiamo, perché, visto anche le ultime esperienze con il calcio ed il basket nella massima serie è difficile che riescano a convivere per parecchio tempo. Comunque bisogna essere consapevoli del fatto che Livorno ha fatto la storia della pallacanestro italiana per moltissimo tempo, a Livorno si giocava già prima della guerra, a Livorno è nata la pallacanestro italiana con importanti personaggi che sono passati dalla nostra città per andare a fare visita ai grandi maestri della pallacanestro statunitense nella vicina base di Camp Darby, a Livorno sono nati molti di coloro che hanno fatto la storia della pallacanesro italiana, a Livorno hanno giocato molti grandi campioni, insomma Livorno è stata una delle grandi capitali della pallacanestro italiana.
Gli imprenditori locali lo hanno un pò dimenticato e hanno preferito sostituire lo sport inventanto dall'esimio prof. James Naismith al più popolare gioco del calcio. Livorno è degna di avere una squadra nelle massime serie professionistiche per questo motivo bisogna ripartire da zero, senza fare il passo più lungo della gamba, andando a vedere periodicamente quale sono le risorse economiche da poter utilizzare ogni anno stando con i piedi per terra e non credere nelle promosse che vengono fatte da qualsiasi personaggio che orbita nel mondo della palla a spicchi. L'orgoglio e la ricchezza umana ci sono, adesso mancano i fatti che speriamo con il tempo arriveranno.

martedì 21 luglio 2009

BASKET LIVORNO: ANCHE LA FIP HA CONFERMATO LA FINE DELL'AVVENTURA

Ecco il comunicato ufficiale, da parte del Consiglio della Federazione Italiana Pallacanestro, con cui viene confermato l'esclusione dai campionati professionistici della società del Basket Livorno. A fare compagnia alla tradizione livornese c'è anche quella di una metà di Bologna, la Fortitudo, che ha subito la stessa sorte della società amaranto: "20/07/2009 10:25 - Il Consiglio Federale della Fip riunito a Roma il 17 e 18 giugno 2009, ha deliberato l’ iscrizione delle squadre aventi diritto a partecipare al campionato di Legadue 2009-2010 e l’esclusione delle società Fortitudo Pallacanestro Bologna e Basket Livorno. Il Consiglio Federale, in base a questa decisione , ha deliberato la riapertura dei termini per presentare domanda di ammissione al campionato di Legadue 2009-2010. Le squadre interessate a essere ammesse al prossimo campionato, secondo l’art. 104 del Regolamento Esecutivo della Fip, e in possesso dei requisiti richiesti, dovranno presentare domanda alla Legadue, entro martedì 21 luglio 2009 alle ore 18.".

martedì 14 luglio 2009

BASKET LIVORNO: A VUOTO L'ASSEMBLEA PER LA LIQUIDAZIONE DELLA SOCIETA'

Doveva tenersi ieri sera, presso lo studio del notaio Mario Miccoli, l'assemblea che doveva decretare la messa in liquidazione della società e la definitiva chiusura della società del Basket Livorno.
Si sono presentati solo due membri del pacchetto societario che amministrava la società di via Pera. A presentarsi sono stati la Livorno Sport che detiene il 5% delle quote e l'imprenditore empolese Polini che ha in possesso il 10%.
L'ex presidente ed possessore del pacchetto di maggioranza della società, Valterio Castelli (che detiene il 60%), e colui che l'ha sostituito alla guida del Basket Livorno Partizio Tofani (che ha il 25%), infatti non si sono presentati facendo mancare così il quorum necessario perché la riunione prendesse il via.
Ora l'assemblea, secondo quanto stabilisce lo statuto che prevede un preavviso di otto giorni per la convocazione della riunione, dovrebbe tenersi verso il 23-25 luglio.
Ora dovrebbe venire fuori il buonsenso e l'orgoglio soprattutto per coloro che, come l'ex presidente Valterio Castelli, ha campionato in corso hanno mollato la barca lasciando che affondasse, un pò come fece il proprietario del Titanic che si finse passeggero e mollò la gloriosa nave salvandosi la vita.

lunedì 13 luglio 2009

ACCORDO STORICO TRA LIBERTAS E PIELLE LIVORNO

Non è accaduto nemmeno ai tempi della fusione quando le due storiche società della Polisportiva Libertas Livorno e la Pallacanestro Livorno riunirono sotto un unico nome le due prime squadre, ma è successo adesso. La Libertas Liburnia Livorno (società erede della vecchia Polisportiva Libertas) e l'A.S. Pielle Livorno (erede della vecchia e gloriosa Pallacanestro Livorno) infatti hanno deciso di creare un'unica squadra giovanile per affrontare la categoria under 19 d'Eccellenza mentre ai tempi della fusione i due settori giovanili rimasero distinti. Non si tratta di una fusione, come accadde in quella maledetta estate del 1991, ma di una collaborazione per risanare il settore giovanile livornese con l'obiettivo di cercare di ricreare quei campioncini che tanto hanno dato alla pallacanestro labronica. Ma vediamo in specifico che cosa succede in questo articolo che oggi postiamo del quotidiano "Il Tirreno" con firma di Andrea Puccini che entra in modo più significativo nell'argomento: "LIVORNO. Comporre una formazione competitiva a livello di under 19 d'Eccellenza, per tornare protagonisti. Magari sino al traguardo conclusivo della stagione costituito dalle finali nazionali di categoria. Questo l'obiettivo dell'accordo quasi storico stipulato da Libertas e Pielle.Chiamatela collaborazione, partnership, unione di forze o come volete. L'iniziativa messa in campo a sostegno dei rispettivi settori giovanili e del movimento cestistico livornese in generale è però ben lontana da quella maledetta «sinergia» dell'estate del '91. «In questo caso si tratta piuttosto di un'alleanza competitiva, grazie alla quale intendiamo lanciare un messaggio antidepressivo ai moltissimi appassionati di basket a Livorno. Questo sport è ancora vivo e vegeto: la dimostrazione è la fervida attività di due realtà, ben distinte ma unite dal minimo comune denominatore della passione messa quotidianamente in palestra da circa 500 ragazzi e dai loro istruttori».All'indomani dell'uscita di scena del Basket Livorno questo è quanto ha voluto precisare Giovanni Pardini, neo numero uno della Libertas da pochi giorni. Seduti al suo fianco, durante la conferenza stampa tenuta ieri al primo piano di quella che è stata sino a qualche giorno fa la sede della Bielle amaranto in via Pera, anche un tandem di ex giocatori. Il direttore sportivo gialloblù Massimo Giusti e l'attuale presidente factotum della Pielle Manolo Burgalassi: gente che dal vivo, seppur su sponde opposte, ha condiviso sul parquet l'esperienza indimenticabile dell'escalation del basket labronico.«Conserviamo un valore aggiunto come la sana rivalità delle prime squadre - prosegue Burgalassi - Sino a qualche anno fa, quando la concorrenza era ancora più agguerrita (alle finali tricolori accedevano solo le migliori otto, adesso sono il doppio) la pallacanestro livornese saliva ogni anno alla ribalta proprio grazie alle selezioni giovanili. Il target quindi sarà affacciarsi nuovamente a palcoscenici di tale portata. Ma non recluteremo talenti già formati da oltre confine: non abbiamo né la disponibilità ma neanche l'intenzione di operare in questo modo. Preferiamo dare possibilità e risalto a talenti nostrani, prodotti direttamente dai nostri vivai. Ad eccezione di Tommy Fantoni, è da troppo tempo ormai che un livornese puro non arriva a grandi livelli».
La collaborazione, già avviata negli anni scorsi con qualche scambio di ragazzi per colmare eventuali lacune nei vari roster (vedi i classe '93- '94), sale quindi di livello. I più maturi tra i nati nel '91 di entrambi i vivai affronteranno il torneo d'Eccellenza sotto la guida di coach Marco Pistolesi e le insegne della Triglia di via Cecconi (anche se lo scambio di nome dovrebbe procedere a rotazione), il resto assieme ai più giovani di un anno comporranno un altro gruppo Libertas, partecipante al campionato open. A conferma della bontà dell'operazione poi, c'è anche un precedente felice che zittirà i nostalgici ortodossi. «Ho vissuto in prima persona un'esperienza del genere. All'epoca dei cadetti, giocai una stagione con una squadra piellina. Assieme a me c'erano ragazzi come Bertolini e Paoli, mentre Vortici e Filoni ad esempio fecero un percorso inverso - è l'aneddoto dell'ex play Libertas Giusti, pronto a rassicurare a qualche purista che aveva già storto il naso - una tappa della mia carriera che portò fortuna: già l'anno seguente venni inserito nel team di serie B»
."

giovedì 9 luglio 2009

ECCO COSA DICE SUPERBASKET SULLA SCOMPARSA DELLA PALLACANESTRO LIVORNESE

Questa settimana è uscito il nuovo numero di SuperBasket, periodo specializzato che gli appassionati di questo sport conoscono benissimo. SuperBasket ha riservato una pagina intera sulla scomparsa della pallacanestro livornese dal palcoscenico nazionale dove meriterebbe di stare con un articolo firmato da Francesco Parducci, storico giornalista livornese di pallacanestro, che noi oggi postiamo: "Martedì 30 giugno, ore 18,35. Mentre ancora ai balconi di tante case sventolano ancora le bandiere biancoamaranto (stessi colori, ironia della sorte) celebrative del ritorno in serie A del Livorno calcio avvenuto una decina di giorni prima, Legadue emette il comunicato con l’indicazione delle società che hanno chiesto l’iscrizione al prossimo campionato. Basket Livorno non c’è. La città che vent’anni fa aveva due squadre in serie A1, una delle quali arrivava a un “frame” di distanza dalla vittoria dello scudetto, non ha più neanche una squadra in Legadue.Surreale. Ma tristemente vero. Durata come un sogno di una notte di inizio estate l’illusione che Sabatini volesse trasferirsi qua armi e bagagli attratto dalla gestione del Palasport o convinto da Faraoni, l’ultima frenetica e convulsa giornata non riesce a cambiare la sorte del malato terminale, i miracoli, per chi ci crede, avvenivano duemila anni fa in Palestina, qua si parla il linguaggio dei soldi e a Livorno evidentemente ne girano pochi. Anche se poi vai a fare un giro allo Yacht Club, dentro al vecchio porto mediceo, e ti scopri a contare almeno cinquanta barche che costano dal milione di euro in su.Il tentativo dell’ultimo giorno è surreale anche quello: impossibile in dieci ore reperire una fideiussione da 100.000 euro e 20.000 per la quota di iscrizione, ma quand’anche qualcuno avesse messo mano al portafoglio non sarebbe bastato. Livorno muore strangolata dai debiti, accumulati in questa ma anche in precedenti gestioni. Il sindaco Cosimi, appena rieletto, si sbatte come può: durante il campionato un paio di volte i suoi interventi sono stati decisivi per far recedere la squadra dallo sciopero proclamato per mancata corresponsione degli stipendi, ma la settimana in più che gli è stata necessaria, dopo le elezioni rivinte, per formare la nuova giunta ha tolto ulteriori speranze. Quando ha potuto rimettere pensiero al basket mancava ormai solo un giorno alla dead-line.Finiti, morti, sportivamente parlando s’intende. Ma senza neppure troppi clamori, senza tifosi per strada a manifestare, senza tentativi di sottoscrizioni popolari o di azionariato diffuso come è accaduto in altre città. Livorno scompare dalla geografia del basket professionistico quasi in silenzio ed è, come avrebbe detto Guccini negli in cui questa città era la capitale del basket “la morte un po’ peggiore”.I giornali locali si preoccupano assai più della riconferma di Gennaro Ruotolo alla guida del Livorno Calcio o dell’eventuale permanenza in amaranto di Diamanti (e, con tutto il rispetto, non si sta parlando né di Mourinho né di Kakà), la televisione di casa, un tempo baskettara per eccellenza, la prima sera non dà addirittura la notizia della mancata iscrizione.Segnali bui di un malessere profondo, del quale, allora, diventa esercizio inutile l’andare a cercare il colpevole o i colpevoli.Certo il Castelli che a novembre, dopo aver autorizzato la firma di contratti pluriennali lascia tutti in braghe di tela e se ne va può esser messo in testa all’eventuale hit parade ma anche lui, a guardar bene, potrebbe portare davanti alla giuria le sue brave prove a discolpa: in estate aveva chiesto alla città, lui che livornese non è, uno sponsor, tanti abbonati e una cordata di imprenditori a sostenerlo, ottenendo di risposta zero alla prima voce, pochissimo alle seconda e ancora zero o poco più alla terza, quest’ultima anche a causa della goffaggine con la quale la cosiddetta operazione “Amici del basket” era stata portata avanti. Alla Camera di Commercio di Livorno sono iscritte 24.000 imprese. Sarebbe bastato che una su mille, una su mille si badi bene, non una su dieci o una su cento, contribuisse alla causa in cambio di cartellonistica, annunci, pubblicità varia, perché tutto potesse continuare.Falliti, anche, i tentativi più o meno convinti di trovare un acquirente per il titolo: chi si avvicinava (Verona, Capo d’Orlando) e prendeva contezza della situazione debitoria (chi le pagherà, tutte queste pendenze, come e quando resta avvolto nei fumi dell’incertezza, il fallimento è l’ipotesi più probabile) un attimo dopo aveva già fatto più miglia che quaglie ed erano altri giorni che passavano e possibilità che sfumavano e corvi che volteggiavano.Livorno se ne va, non è la prima e non sarà l’ultima ma fa male al cuore di chi di basket vive in una città che anche in quest’annus horribilis bene o male ha mandato due squadre alla finali giovanili, fornisce un giocatore alla Nazionale (Fantoni) e ben quattro allenatori (Bechi, De Raffaele, Dell’Agnello e Ramagli) ai campionati professionistici, segnale di un movimento che ancora potrebbe dire e dare tanto.Resta il PalaLivorno, il terzo d’Italia per capienza, forse il migliore per estetica e visibilità interna. Una cattedrale nel deserto, ora, checchè ne abbia detto il neo assessore allo sport Ritorni (tra l’altro ex presidente di Basket Livorno fino a un paio di anni fa). Il Palazzo (chi lo gestirà ora che l’accordo con Forumnet è stato disdettato dalla controparte è un’altra delle grane entranti della riconfermata Amministrazione) invece, “è” una cattedrale nel deserto perché non è pensabile portarvi il femminile che in partite di play-out a ingresso libero ha raccolto poche centinaia di spettatori e in precedenza poche decine o l’erede della vecchia Libertas che, nella sua C dilettanti, alle centinaia non ci è mai arrivata.Intanto, comunque, la megastruttura starà chiusa e vuota fino al 21 settembre e quel giorno il rumore che vi si sentirà non sarà quello di una palla che rimbalza sul parquet, come in ogni palasport dovrebbe accadere, ma la musica dei Pooh. Bravi, bravi tutti. (anche i Pooh, sia chiaro….)".

mercoledì 8 luglio 2009

BASKET LIVORNESE: SALTA L'IPOTESE DELLA SERIE B DILETTANTI

Era spuntata in questi giorni anche la possibilità, tecnicamente sbagliata, di iscrivere una squadra livornese al campionato di serie B dilettanti (ex serie B2). E' notizia di ora che anche questa ipotesi è saltata. Ecco come tratta l'argomento il quotidiano "La Nazione" nell'articolo che oggi postiamo firmato da Lorenzo Gremigni: " Con la fine del basket di vertice resta da capire come verranno utilizzati il PalaAlgida e gli altri impianti in città. Il mega impianto dovrà essere sfruttato per attività alternative: dalla musica allo sport. I Palasport sono tre: il PalaLivorno, ribattezzato appunto PalaAlgida; il PalaMacchia di via Allende e il Palazzetto, noto come PalaCosmelli.
Livorno, 8 luglio 2009 - L’ultima chance, quella della B dilettanti che sarebbe stata comunque un palliativo e, probabilmente, solo il seguito di una strategia sbagliata che ha portato alla situazione attuale perché non si è mai pensato di costruire dalle basi, ma si è sempre vissuto alla giornata, è sfumata e Livorno sparisce dalla geografia nazionale del basket d’èlite. Sparisce lo sport d’elite, ma resta il titolo di città con gli impianti più numerosi, belli e capienti. Che diventano cattedrali nel deserto, specialmente il Pala Livorno, ultimo creato, che forte dei suoi oltre 8000 spettatori di capienza sarà frequentato solo da manifestazioni canore, spettacoli d’arte varia e congressi sindacali o di partito.
Perché è vero che il movimento cestistico amaranto è ben vivo e vegeto con le tante società minori che fanno attività giovanile ed hanno magari la prima squadra in categorie lontane dal vertice, ma la punta massima del basket maschile è la vecchia gloriosa Libertas che milita oggi in C dilettanti. Come a dire la quinta serie nazionale e quindi per questo tipo di attività bastano e avanzano le numerose palestre, pubbliche e private, sparse nella città. Certo, c’è il basket femminile che rimane al vertice con la squadra in A1, ma per ora almeno gli spettatori presenti alle partite del’Acp Women sono davvero pochi.
Si spera che aumentino, e la passione di Piero Bottoni e dei suoi collaboratori e le capacità del tecnico Cinzia Piazza e della squadra lo meriterebbero, ma siamo sempre alla voce speranza. E non certo quella di riempire nemmeno per un terzo il Pala Livorno. Il prototipo della cattedrale nel deserto diviene allora proprio quello che fino ad ieri era denominato Pala Algida perché gestito dalla Forum Net ed oggi torna in carico al Comune: 8030 spettatori di capienza, attrezzature all’avanguardia, un vero gioiello considerato forse il più bello d’Italia. Fu progettato nel 1988 all’epoca del boom del basket livornese, quando la città aveva due squadre in serie A e il Pala Macchia non era più sufficiente a contenere tutti gli appassionati della palla a spicchi, restò per lungo tempo allo stato… scheletrico e fu terminato ed inaugurato solo il 14 marzo 2004.
Dopo sedici anni insomma e dopo che vi avevano lavorato due progettisti, prima l’ingegner Legnani e quindi l’ingegner Valenti. Il secondo impianto, che fu poi ritenuto insufficiente ed oggi rischia anche quello di divenire un qualcosa di non riempibile, è il Pala Macchia capace di 4200 posti ed inaugurato l’11 giugno 1976 con un quadrangolare con Italia, Russia e Canada e l’università statunitense di San Francisco. Li aveva preceduti, tempio di tante sfide memorabili con le più forti squadre nazionali come Ignis Varese, Simmethal Milano o Virtus Bologna il PalaCosmelli, conosciuto anche come Palazzetto, costruito nel 1961 con i soldi stanziati dal Coni per le Olimpiadi romane del 1960 e che allora poteva contenere quasi 1000 spettatori tra quelli seduti e quelli in piedi e che oggi ne contiene poco più o poco meno di 300. Qui almeno vi giocherà la Libertas di serie C dilettanti mentre al Pala Macchia si esibirà l’Acp Women. Al Pala Livorno niente di niente. Lorenzo Gremigni"
.

martedì 7 luglio 2009

SERIE C DILETTANTI: IN CASA DELLA LIBERTAS LIBURNIA LIVORNO CI SONO DUE NOVITA'

Arrivano due novità in casa della Libertas Liburnia Livorno (nella foto i dirigenti). La prima è quello del cambiamento del campo di gioco delle partite casalinghe del campionato di serie C dilettanti che viene trasfertio dal PalaMacchia (vecchio palaAllende) al PalaCosmelli, la seconda è quella del trasferimenti della sede sociale che viene insediata in via Pera. Vediamo, in questo articolo che postiamo noi oggi, come viene trattato l'argomento dal quotidiano locale "Corriere di Livorno" firmato da Luca Merani: " LIVORNO - La Libertas Livorno inizia a disegnare il proprio futuro che la proietta come squadra di riferimento dell'intero movimento cestistico cittadino. La chiusura dei battenti in casa Basket Livorno ha lasciato un grande vuoto nel mondo della pallacanestro labronica, ma in perfetto spirito livornese proprio in questo difficile momento il desiderio di rinascita è immenso. Da quel lontano novembre del 1947 la Libertas continua a rappresentare una pietra miliare della nostra pallacanestro e dopo alcuni anni difficili l'attuale dirigenza è riuscita a rilanciarla in grande stile. Proprio nel glorioso sodalizio gialloblu, quindi, i molti appassionati individuano le possibilità più concrete di rilancio del nostro basket e poco importa se la categoria dalla quale ripartire debba essere la C Dilettanti perché l'entusiasmo e il senso di appartenenza a una fede sportiva spesso e a Livorno più che da qualsiasi altra parte, possono diventare il vero motore per una rapida risalita che possa accomunare tutte le diverse anime del variegato universo cestistico cittadino. Puntare su quelle realtà cha hanno fatto la storia del basket amaranto, quindi, come Libertas, Pallacanestro e US. Livorno può essere la giusta medicina per mettere di nuovo le ali al movimento nella sua globalità, evitando di forgiare creature nuove che poco hanno a che fare col tessuto di una città legatissima alle sue tradizioni. Se per il momento il basket d'élite si allontana da Livorno, qui la passione e l’interesse per la palla a spicchi non vengono meno come dimostra l'immenso stuolo di ragazzi che praticano questo sport e la Libertas in questo senso può vantare cifre d’eccellenza grazie al grande numero di iscritti nelle proprie squadre. Il primo atto ufficiale della nuova stagione gialloblu avviene nella sala riunioni al primo paiano della palestra di Via Pera dove i vertici societari al gran completo fanno il punto della situazione riguardo a un avvenire ambizioso, anche se da affrontare con piedi ben saldi per terra. Assieme all'ex presidente Fabio Giannetti, rimasto nel Consiglio con importanti funzioni di collante tra la società e l'universo istituzionale e imprenditoriale livornese e al suo nuovo successore Giovanni Pardini, siedono il vicepresidente Claudio Stolfi e il dirigente responsabile Luigi Sidoti."

lunedì 6 luglio 2009

BASKET LIVORNESE: ORA SI IPOTIZZA LA PARTECIPAZIONE ALLA SERIE B DILETTANTI

Adesso voci in città parlano di una partecipazione di una squadra livornese al campionato di serie B dilettanti (ex B2). Vediamo come tratta questo argomento in questo articolo del quotidiano "Il Tirreno" firmato da Renzo Marmugi: "Io sono soltanto un traghettatore. L’amministrazione comunale mi ha chiesto un aiuto in questo particolare momento e io lo faccio volentieri. Il 7 luglio è vicino, ma penso che al massimo lunedì dovrebbero esserci delle novità». Parole e musica di Piero Bottoni, in attesa come l’assessore allo sport Ritorni che da una società fuori regione di serie B dilettanti arrivi l’okay per la richiesta del cambio di sede da presentare agli organi competenti. «Abbiamo due opzioni - prosegue Bottoni - e qualora saltasse la prima ci metteremmo al lavoro per l’altra». «L’amministrazione comunale pensa di poter aiutare il basket a ripartire cercando un imprenditore in grado di fare da punto di riferimento, oltre che una società di appoggio a Livorno. Il mio compito - è ancora la voce del patron delle Women - è soltanto quello del garante. Per accogliere la nuova società e consegnarla a qualcuno in grado di poterla gestire». Nelle prossime ore, dunque, potrebbero esserci novità importanti, anche se poi si dovranno cercare le energie e le persone in grado di costituire una società, imprenditori disposti a versare una piccola cifra per arrivare a quel budget di 300-350 mila euro necessario per una B dilettanti di buon livello. Piero Bottoni in questi giorni dovrebbe anche incontrare i dirigenti della Libertas per capire se ci sono dei margini per una collaborazione, mentre da Bologna, sponda Virtus, Massimo Faraoni conferma la sua intenzione di dare una mano al basket della sua città. «Sono vicepresidente del Comitato regionale della Fip e dirigente di una società di vertice - dice - penso di avere nella pallacanestro un potere contrattuale e un nome da spendere. Non ho interessi personali, né figli da far giocare, ma so che per Livorno è importante rimanere in un campionato nazionale e da amico del basket cercherò di prestare la mia opera. L’importante, secondo me, è tenere viva la pallacanestro e anche la passione, abituandosi comunque a fare il passo secondo la gamba e valutando ogni anno le forze economiche a disposizione. Senza voler rincorrere per forza le promozioni, ma pensando piuttosto a costruire una struttura sana». Il 10 luglio. Mentre Livorno dopo il disastro della rinuncia alla Legadue sta cercando di piantare dei nuovi semi, il 10 luglio è in agenda l’assemblea dei soci di Basket Livorno, che dovrà decidere la messa in liquidazione. Un passo doloroso ma inevitabile, viste le passività accumulate negli ultimi anni. I giocatori attraverso il portavoce Charlie Foiera restano in contatto con il sindaco Cosimi, il quale ha preso l’impegno di onorare le spettanze arretrate, però servirà anche una presa di responsabilità di tutti i soci. Quello di maggioranza, Valterio Castelli, deteneva il 60% del pacchetto azionario, e insieme a lui ci sono Patrizio Tofani, l’empolese Polini e il Comune al 5%. L’osso più duro in questo momento sembra il “signor TDshop”, sceso dalla nave a campionato in corso e fin qui insensibile a ogni tipo di richiamo. Ognuno, però, a questo punto dovrà fare la sua parte, e il discorso vale anche per l’ex presidente. Da quando decise di dimettersi la gestione ordinaria è passata ai superstiti e chi ha portato avanti Basket Livorno l’ha fatto seguendo alla lettera il percorso tracciato in precedenza da chi aveva firmato i contratti. Senza spendere un euro oltre il preventivato e rinunciando anche a prendere un rinforzo (Mauricio Aguiar) quando s’era infortunato Rossetti e i playoff sembravano ancora un traguardo realistico. Insomma, il 10 luglio nessuno potrà nascondersi. Anche perché davanti a un fallimento potrebbero esserci dei risvolti poco piacevoli per tutti. (re.mar.)".

mercoledì 1 luglio 2009

BASKET LIVORNO: E' FINITA

Forse è meglio così! E' finita l'avventura della società del Basket Livorno. Un'avventura che non è mai stata sorretta da un progetto pluriennale serio. Ieri il termine ultimo per l'iscrizione al campionato era fissato per le ore 18.00 e la società con sede in via Pera non è riuscita ad inviare la documentazione necessaria per terminare le pratiche. Adesso l'attesa è per l'11 luglio, giorno fissato per l'assemblea dei soci che dichiarerà la messa in liquidazione della società. In merito all'argomento postiamo l'articolo del quotidiano "Il Tirreno" firmato da Renzo Marmugi: "LIVORNO. Fine dell’agonia, muore Basket Livorno ma non muore il basket a Livorno. Un gioco di parole che in questo momento non ci starebbe proprio, perché il giorno del funerale è l’occasione meno indicata per fare dell’umorismo. Addio Legadue, la “deadline” di ieri alle 18 è stata superata senza che il club di via Pera presentasse i documenti per garantirsi almeno altri dieci giorni di consultazioni febbrili per non scomparire dalla geografia dei canestri. Alla fine di un ping pong frenetico, iniziato alle 8,30 di mattina (quando Antonio Tamalio ha telefonato a Fabrizio Masini per dirgli di preparare in extremis i documenti da inviare alla Legadue), il malato Basket Livorno è morto. Morto per la consunzione dei soci, morto per l’indifferenza della città, morto perché non poteva essere il Comune a iscrivere la squadra e ad occuparsi di gestirla in prima persona. Il sindaco ci ha provato, è stato l’ultimo ad arrendersi all’evidenza dei fatti, poi ha dato ascolto ai suoi consiglieri e stilato il referto finale. Nel pomeriggio è stato fatto anche un tentativo col presidente di Legadue, Marco Bonamico, perché concedesse a Basket Livorno una proroga di 24 ore, ma il ruolo istituzionale del “marine” gliel’ha impedito. Anche perché la Virtus Imola, in qualità di prima avente diritto al ripescaggio in Legadue, non l’avrebbe permesso. È una fine ingloriosa, un terremoto sportivo che fa male, ma forse da questo presente fatto di melma potrebbe sbocciare un fior di loto. Cioè una nuova società, capace di ripartire dalle serie inferiori, con un programma puntato sui giovani e in grado di dare di nuovo la scalata alla pallacanestro che conta. Resta da capire cosa ne sarà del PalaLivorno, ma potrebbe aprire le porte per le partite casalinghe della A1 femminile e - forse - anche alla “cosa” che potrebbe nascere dopo la scomparsa dell’attuale Legadue. Una società a questo punto avviata verso la procedura fallimentare (l’assemblea dei soci di Basket Livorno a suo tempo era già stata convocata per l’11 luglio), anche se ieri il sindaco Cosimi ha parlato col capitano Charlie Foiera fissando un nuovo colloquio per i prossimi giorni, visto che gli stipendi di chi si è sbattuto sul parquet con la canottiera amaranto sono sacri. Al momento attuale Livorno ha la Libertas in C dilettanti e altre squadre minori. Uno scenario davvero triste se non si troveranno le risorse per ripartire con qualcosa di nuovo. (re.mar.)".