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sabato 13 giugno 2009

BASKET LIVORNO: ADESSO LA SOCIETA' POTREBBE SPARIRE DEFINITIVAMENTE

E' ancora un pò caotica la situazione sul futuro della pallacanestro livornese. Fino a due giorni fa sembrava essere scontato lo scambio di titolo sportivi tra Livorno e due piazze interessate a rilevare il titolo di Legadue (Verona e Capo d'Orlando), poi il Sindaco di Livorno ha dichiarato di non voler mollare e cercare di provare di salvare la società andando alla ricerca di importanti interlocutori per reperire le forze economiche essenziali per andare avanti, ora si dice che nessuno può salvare la società e la società del Basket Livorno è destinata a sparire senza che avvenga lo scambio di titolo con un altrà piazza. In merito a questo argomento postiamo l'articolo del quotidiano "La Nazione" con firma di Lorenzo Gremigni: "Livorno. IL FILM del basket amaranto non è ancora finito. Il giallo però è vicino alla soluzione e non è difficile indovinarne l’esito. Titolo venduto, società chiusa a doppia mandata e come rappresentante del movimento al massimo una serie C. Certo, ci potrebbero essere ancora margini di manovra. Si dice che i dirigenti si stanno dando da fare per vedere di salvare il salvabile, ma che la soluzione del giallo possa essere positiva e diversa da quella descritta sopra è abbastanza utopistico. Intanto dopo la riunione a tre tra il presidente Tofani, Tamalio e il rappresentante del sindaco Cosimi, Fabio Del Nista, almeno un dubbio l’ha sciolto. Non ci sarà scambio di titoli con Verona per mandare la società scaligera in Legadue e recuperare Livorno alla serie A dilettanti, la vecchia B di Eccellenza. Ed è una soluzione preventivabile e logica perché il campionato di A dilettanti dove tutti i giocatori devono essere italiani costa più o meno quanto la Legadue perché i cestisti indigeni costano molto di più di quelli stranieri. Che sono tanti in cerca di ingaggio e spesso si accontentano al contrario di quelli nostrani. Insomma, se si dovesse trovare i soldi per fare la vecchia B di Eccellenza tanto vale fare un piccolo sforzo in più e giocare al piano di sopra. ED ALLORA? Allora non ci sono soluzioni, a meno di un miracolo dell’ultima ora che a questo punto, come ha detto a chiare note lo stesso Del Nista, e la società Basket Livorno è destinata a sparire. I debiti sono sempre rilevanti. Non solo ci sono da pagare ancora i dipendenti (tecnici, giocatori e staff dirigenziale), ma ci sono da ripianare anche i debiti con i fornitori. E probabilmente i 600 o 700.000 euro che si potranno acquisire con la vendita del titolo basteranno appena, se basteranno, a riportare in pari il bilancio e chiudere senza strascichi. C’è tempo fino al 22 giugno prossimo per cercare di salvare la società, ma il tempo è talmente scarso che non si capisce come ciò che non si è riusciti a fare in un anno intero possa essere fatto in meno di dieci giorni. A meno di quel miracolo di cui si parlava sopra. Insomma, Pala Algida chiuso per mancanza di protagonisti e dedicato interamente allo spettacolo e magari ai congressi o cose simili. E Livorno da capitale del basket che era negli anni ’80 con due squadre in serie A, tanti play-off disputati, un quasi scudetto e tre partecipazioni (due della Libertas e una della Pallacanestro) alle Coppe Europee relegata al ruolo di comparsa. E’ VERO CHE il basket è in crisi profonda in Italia, che anche il campionato di serie A interessa ormai poche piazze dato anche lo strapotere di Siena che ha un budget doppio se non triplo di ogni altra concorrente, che altre piazze storiche sono sparite dalla geografia della pallacanestro italica, ma la cosa lascia davvero una amarezza infinita e conferma che a Livorno imprenditori ce ne sono pochi e a quei pochi lo sport in generale e il basket in particolare non interessano se anche il calcio si è dovuto affidare ad un presidente di foravia per sopravvivere prima e ottenere grandi risultati poi. Diciamo allora che altre piazze che sono sparite a lungo dal basket d’elite hanno poi trovato la forza di riemergere. E’ accaduto a Caserta e Pesaro, a Venezia e Brindisi, sta accadendo a Verona. La speranza è che possa succedere anche a Livorno di non finire troppo a lungo nell’anonimato. La storia e la tradizione dello sport della palla a spicchi lo pretenderebbero. Intanto attendiamo la conclusione del film di cui l’esito, come detto, appare scontato. A meno del miracolo di cui si diceva. Che sarebbe accolto come una manna dal cielo.".

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